Vuelta a España 2020, il direttore Javier Guillén: “Sono preoccupato, ma lavoriamo con l’idea che si correrà”

La Vuelta a España 2020 continua a lavorare per il regolare svolgimento. Il terzo Grand Tour della stagione è per il momento quello con maggiori possibilità di svolgersi nella data inizialmente prevista, semplicemente per ragioni di calendario. In programma dal 14 agosto al 6 settembre, potrà avere un mese in più rispetto al Tour de France 2020 per monitorare la situazione sanitaria mondiale, godendo anche dell’assenza dei giochi olimpici di Tokyo 2020 per avere un campo di concorrenti più importante al via. E l’organizzazione lavora senza sosta per garantire lo svolgimento dell’evento, in un contesto completamente diverso dagli altri anni. Difficile capire se la competizione potrà essere organizzata quest’anno, in uno dei Paesi attualmente più colpiti dall’epidemia.

Il direttore della corsa Javier Guillén ha rivelato le proprie sensazioni in un’intervista concessa a EFE, nella quale riflette sulla situazione mondiale: “Sono preoccupato per tutto ciò che sta succedendo, prima di tutto dal punto di vista umano. È una situazione eccezionale, insolita, senza precedenti. A partire da questo cerco di rispettare le misure stabilite, che sono necessarie”.

Il numero uno della corsa a tappe spagnola tuttavia non ha fermato il proprio impegno per il regolare svolgimento della competizione, che di fatto potrebbe avere un forte valore simbolico per tutto il Paese e il mondo del ciclismo. E, con l’assenza di Tokyo 2020 nel calendario, chiamare un alto numero di atleti di primissima fascia alla partenza: “Uso il lavoro come terapia. È una circostanza nuova, ma tutta la squadra della Vuelta sta lavorando con dedizione e con l’idea che si disputerà“. Bisognerà capire naturalmente quando verranno disputati gli altri due Grand Tour: è chiaro che l’accoppiata con il Giro risulta possibile solo se questo si dovesse svolgere a giugno, mentre l’idea di fare Tour e subito dopo una Vuelta ad altissimo livello, con il calendario di quest’anno, non è semplice da promuovere.

Sui tanti dubbi di questo momento Guillén si muove con circospezione, come riportato da Ciclo21: “Stiamo pensando alla Vuelta 2020 così come l’abbiamo presentata a gennaio. Se ci saranno circostanze che ci obbligheranno a cambiare i piani, posso dire che avremo la capacità di adattarci. Però, che senso può avere ora lavorare a tappe alternative se non sappiamo quali non si potranno fare? A che serve pensare ora a nuove date se non sappiamo come sarà la situazione al 14 agosto. E, in merito alla partenza dai Paesi Bassi, che vantaggi può dare pensare di spostarla se non sappiamo quali decisioni verranno prese? Io posso pensare a soluzioni di problemi, ma non posso dare risposte a domande che non conosciamo o che ancora non esistono”.

Cosa pensa delle idee diffuse da, fra gli altri, Brian Cookson e Matteo Trentin, in merito ai Grandi Giri di quest’anno? “Sono pensieri che nascono dalla situazione che stiamo vivendo. Nel mondo delle idee, tutto è possibile. Ma quello che tengo a dire è che le corse di tre settimane, così come quelle di una o le classiche, non si possono improvvisare. Ridurre i Grandi Giri a due settimane? Se fosse così, andremmo verso un altro tipo di corse e un altro tipo di ciclismo. Un’unica grande corsa ‘europea’? Ci vorrebbe tanto tempo, sarebbe impossibile mettere in atto una soluzione del genere”.

E sui criteri delle Wild Card per la Vuelta 2020? “La decisione è già presa e vogliamo mantenerla. Il fatto che non annunciamo i nomi delle squadre è perché non crediamo che sia opportuno. Ci sono tante cancellazioni, parliamo di quel che si farà con il calendario… Se non sappiamo cosa succederà domani, non penso sia importante parlare delle squadre invitate alla Vuelta. Ma, ripeto, la decisione è già stata presa”.

Scenario peggiore: il Tour de France non si potrà disputare nelle date previste e dovrà essere spostato più avanti. Questo potrebbe essere un problema per la Vuelta, visto che entrambe le corse sono gestite da ASO, che logicamente potrebbe “preferire” la corsa francese? “Essere di proprietà di ASO non sarà mai un problema per la corsa spagnola. Partendo da qui, credo che il Tour de France sia importantissimo per tutto il mondo del ciclismo e dovrà essere agevolato, se necessario. Non solo perché è la corsa più importante del calendario, ma anche perché è l’evento sportivo annuale più significativo al mondo. La Vuelta ci sarà per aiutare il Tour e non perderà la sua essenza. In ogni caso, stiamo parlando di una situazione decisamente ipotetica e che avrà un carattere decisamente eccezionale”.

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